Record al Box Office di Giugno e il Paradosso dell’Utility Monster: Riflessioni sulle Strategie Pubblicitarie
Giugno ha stabilito un nuovo record al box office, il più alto dal 1995, anno in cui sono iniziate le rilevazioni di Cinetel, evidenziando la costante attrattiva del cinema anche durante grandi eventi come gli Europei di calcio. In questo periodo, le presenze nelle sale hanno registrato un incremento del 76% rispetto al triennio 2017/19 (14/30 giugno), un fenomeno simile a quanto già osservato durante il Festival di Sanremo, confermando che i grandi eventi televisivi possono coesistere con notevoli successi cinematografici.
Inoltre, il successo di Inside Out 2, che nelle prime due settimane di programmazione ha già attratto oltre 4 milioni di spettatori del target family, evidenzia una significativa discrepanza nelle strategie pubblicitarie: nonostante l’alto afflusso di pubblico al cinema, gli investimenti pubblicitari sono stati limitati, mentre risorse considerevoli continuano ad essere dirette verso l’affollato settore televisivo. Ad esempio, prodotti espressamente rivolti al target family, come gelati e bevande, sono stati del tutto assenti negli investimenti pubblicitari cinematografici.
Questo squilibrio tra l’affluenza al cinema e gli investimenti pubblicitari solleva questioni importanti sulla distribuzione ottimale delle risorse. Il concetto di utilitarismo, che propone la massimizzazione del benessere complessivo come guida per le azioni, offre una prospettiva rilevante per valutare l’efficacia degli investimenti pubblicitari. Tuttavia, l’applicazione pratica di questo principio spesso sfugge nella realtà del marketing, dove le risorse tendono ad essere concentrate sui media predominanti come la televisione e il digitale, che monopolizzano il budget.
Per esplorare ulteriormente la critica a tale approccio, possiamo fare riferimento alla teoria dell’Utility Monster di Robert Nozick, un’estensione critica dell’utilitarismo. Nozick immagina una creatura, l’Utility Monster, che ottiene molteplicemente più soddisfazione da qualsiasi risorsa consumata rispetto agli altri. Se le risorse fossero distribuite seguendo un rigido calcolo utilitaristico, l’Utility Monster riceverebbe la maggior parte di queste a scapito degli altri, il che si tradurrebbe in una gestione subottimale delle risorse, con un rendimento inferiore al potenziale massimo. Questo modello è applicabile all’allocazione delle risorse pubblicitarie, suggerendo che un’enfasi eccessiva su canali dominanti può trascurare piattaforme efficaci ma meno utilizzate come il cinema.
Un confronto con i mercati internazionali, come quello inglese, dove l’investimento pubblicitario per spettatore nel cinema supera di oltre 10 volte quello italiano, accentua ulteriormente la necessità di una rivalutazione delle strategie pubblicitarie. Il caso di Inside Out 2 e i record di giugno sollevano dubbi sull’adattabilità delle nostre pratiche correnti, suggerendo che il mercato potrebbe essere incline a perpetuare dinamiche interne piuttosto che rispondere alle reali esigenze dei brand, indicando un orientamento che privilegia la conservazione dello status quo piuttosto che l’ottimizzazione delle performance pubblicitarie.
L’analisi suggerisce una riflessione sull’uso delle risorse pubblicitarie, incoraggiando strategie che migliorino l’efficacia e la copertura delle campagne, attraverso un utilizzo più strategico e giustificato delle risorse pubblicitarie, promuovendo un approccio che non solo corregga inefficienze, ma che valorizzi pienamente le potenzialità di tutte le piattaforme disponibili.