Nuovo studio sulla visione condivisa: come un video visto al cinema cambia il nostro modo di relazionarci
Negli ultimi decenni, la scienza ha iniziato a indagare le dinamiche profonde che legano le esperienze emotive condivise alla creazione di legami sociali. Un recente studio guidato da Victor Chung presso l’École Normale Supérieure di Parigi, pubblicato su Royal Society Open Science, ha portato nuovi spunti di riflessione. La ricerca, che esplora il fenomeno della “visione condivisa” simulata in laboratorio, rivela come il cinema, unico per la sua capacità di offrire questa esperienza collettiva, rafforzi il senso di connessione tra spettatori, anche attraverso brevi momenti di intensa esperienza visiva.
La metodologia della ricerca, eseguita in collaborazione con il Laboratorio di Neuroscienze Cognitive e Computazionali, è stata progettata per isolare e misurare i meccanismi fisiologici e psicologici che supportano la formazione di legami sociali attraverso emozioni intense. I partecipanti, monitorati con sensori di attività cardiaca, respiratoria e cutanea, sono stati divisi in coppie non comunicanti e hanno visto tre clip video di circa tre minuti ciascuno: uno positivo, uno negativo e uno neutro. Questa scelta ha permesso di confrontare come le diverse emozioni – stimolate da una commedia, da un filmato drammatico sul maltrattamento animale e da un semplice video ambientato in una biblioteca – influenzassero l’arousal emotivo e la connessione percepita tra i partecipanti. Per metà delle coppie, inoltre, era stata aperta una tenda che permetteva la visione reciproca, mentre nell’altra metà veniva utilizzata una barriera visiva.
I risultati dello studio hanno mostrato che la percezione della presenza dell’altro, anche solo visiva, aumenta sensibilmente l’intensità emotiva e la sensazione di connessione sociale. Il fenomeno di joint attention (attenzione condivisa) emerge così come uno dei fattori determinanti: le coppie che hanno potuto vedersi durante la visione hanno riportato emozioni più intense e un maggior livello di “mutuo legame”. In particolare, la conduttanza cutanea, legata all’aumento di arousal emotivo, ha mostrato valori più elevati nei partecipanti che avevano la possibilità di vedere l’altro. Questo suggerisce che, senza bisogno di interazioni verbali o di conoscenze pregresse, lo stato emotivo vissuto in modo parallelo e visibile può creare un sentimento di appartenenza e socialità.
Chung e colleghi propongono che questa dinamica potrebbe spiegare perché molte persone sentono il bisogno di partecipare ad attività collettive che inducono emozioni intense, come assistere a commemorazioni o partecipare a proiezioni di film. Il cinema, dunque, risponderebbe non solo a un bisogno di intrattenimento ma a un’esigenza più profonda di connessione sociale. In effetti, il cinema diventa un luogo in cui si condividono emozioni con gli altri, trasformando l’esperienza in un momento di appartenenza comune
I risultati della ricerca suggeriscono che il cinema può fungere da catalizzatore di legami sociali attraverso la visione condivisa di contenuti visivi. Questo principio può essere esteso anche alla proiezione di spot commerciali. Un video pubblicitario proiettato in sala non rappresenta solo una fruizione passiva, ma crea un ambiente di attenzione condivisa, in cui il coinvolgimento emotivo degli spettatori è potenziato dalla presenza degli altri. Questo amplifica il messaggio pubblicitario e rafforza il senso di appartenenza a un gruppo, mostrando come il cinema possa trasformare un semplice spot in un’esperienza di connessione sociale.