Cinema e Attenzione: Visione Condivisa e Attenzione Prolungata, Qualità Assenti negli Altri Media

I risultati della ricerca Beyond Visual Attention: quando la comunicazione incontra il grande schermo, presentata durante l’evento della scorsa settimana al cinema Anteo Citylife, hanno evidenziato un punto centrale: il cinema si distingue come uno dei pochi media capaci di catturare e mantenere un’attenzione visiva di alta qualità. Con il 90% degli spettatori concentrati durante le proiezioni e l’87% attento agli spot pubblicitari per una media di 26 secondi, il cinema si conferma come un’opzione privilegiata rispetto a canali più frammentati, come la televisione, dove l’attenzione scende al 52% con una durata media di soli 10 secondi, e i social media, come TikTok, che pur registrando un’attenzione elevata del 90%, si limitano a una durata di soli 3 secondi.

In un panorama pubblicitario sempre più dominato da piattaforme digitali, caratterizzate da metriche precise ma spesso limitate a interazioni di breve durata, il cinema si propone come un’opzione più stabile e qualitativa. La metrica dell’attenzione diventa qui essenziale per comprendere in quale contesto l’esposizione pubblicitaria risulta più efficace. Non tutte le esposizioni, infatti, hanno lo stesso valore: l’attenzione prolungata e immersiva garantita dal cinema consente di attribuire un valore concreto a questo medium, posizionandolo come uno strumento strategico per campagne pubblicitarie che richiedono un maggiore coinvolgimento.

Traendo spunto dai dati emersi, possiamo ampliare il discorso sull’esperienza condivisa del cinema. Se da un lato lo studio ha evidenziato l’elevato livello di attenzione degli spettatori, dall’altro emerge come la natura sociale del cinema contribuisca a potenziare l’efficacia della pubblicità. A differenza dei media digitali, caratterizzati da una fruizione spesso individuale e frammentata, l’esperienza cinematografica si basa su una visione collettiva (co-viewing) che rende la pubblicità parte integrante dell’intrattenimento. Questo fenomeno genera un contesto favorevole all’interazione sociale tra gli spettatori, che possono trasformare i contenuti pubblicitari in oggetto di discussione.

Un altro aspetto rilevante, segnalato dalla ricerca, è l’abitudine degli spettatori di entrare con largo anticipo rispetto all’inizio del film. La metà del pubblico è già presente nei primi minuti dei contenuti pre-show, confermando che questi vengono accolti come parte dell’esperienza complessiva. Questo comportamento rafforza l’idea che il cinema offra un ambiente privo di distrazioni, dove i messaggi pubblicitari non solo catturano l’attenzione, ma favoriscono un coinvolgimento emotivo e una partecipazione attiva, con una maggiore identificazione con i contenuti. In tale contesto di co-viewing, lo spot pubblicitario beneficia della condivisione sociale dell’esperienza, generando reazioni più profonde e durature, grazie alla combinazione di immersione e interazione collettiva.

In questo situazione, la metrica dell’attenzione aiuta a identificare il valore effettivo delle esposizioni pubblicitarie, indicando quali piattaforme offrono una qualità dell’attenzione più elevata e garantiscono un impatto maggiore. Il cinema, grazie al suo ambiente immersivo e condiviso, emerge come un medium che, oltre a catturare l’attenzione per periodi più lunghi, trasforma i messaggi pubblicitari in parte integrante dell’esperienza di intrattenimento.

In conclusione, sebbene i media digitali forniscano una misurabilità immediata, il cinema rappresenta un medium che, grazie alla combinazione di attenzione prolungata e visione condivisa, offre un valore superiore per le esposizioni pubblicitarie, attribuendo a ogni interazione un peso maggiore in termini di qualità e coinvolgimento emotivo.